Formazione Interna – Disturbo dello Spettro Autistico
Durante la giornata del 20 febbraio all’interno della struttura di Limbiate si è svolto il corso di formazione sul Disturbo dello Spettro Autistico.
Questo seminario si inserisce in un’ottica di più amplio respiro all’interno delle giornate di formazione che Recovery For Life ha organizzato per tutte le équipe. L’incontro, tenuto dalla Dott.ssa Maura Rossi e dalla Dott.ssa Myriam Frittoli è stato un’occasione formativa importantissima per la nostra équipe.
Il tema del convegno è stato proposto dall’Academy ed è scaturito dalla richiesta di formazione ad hoc riportata dai Professionisti di RFL.
Le relatrici hanno aperto la loro relazione inquadrando l’evoluzione nel tempo dei criteri diagnostici fino ad arrivare al DSM.5 e dei suoi successi suoi sviluppi.
Da qualche anno i disturbi del neurosviluppo e la concettualizzazione dell’autismo sono approdati al concetto di spettro e si sono abbandonate le precedenti diverse categorizzazioni. In base alla gravità e al bisogno di supporto vengono individuati tre livelli.
Livello 1 lieve bisogno di supporto, livello 2 moderato bisogno di supporto e livello 3 con elevato bisogno di supporto.
Successivamente le professioniste hanno fornito consigli pratici su come imparare a cogliere segnali e caratteristiche peculiari utili a sospettare la presenza dello spettro autistico.
Per esempio, la difficoltà di integrazione sociale, l’ipersensibilità agli stimoli sensoriali, la rigidità di pensiero, l’utilizzo stereotipato del linguaggio, la tendenza all’iper-controllo, difficoltà di apprendimento, goffaggine motoria e mancanza di coordinazione, movimenti motori ripetitivi e stereotipati (stimming) e tanti altri consultabili a questo link.
La formazione è proseguita affrontando approfonditamente il tipo di autismo fino a poco tempo fa chiamato autismo ad alto funzionamento o Sindrome di Asperger, oggi più correttamente definito come Autismo di Livello 1.
Quali modalità conducono ad una presa in carico efficace?
Tra gli elementi qualificanti della presa in carico sono stati evidenziati – ad esempio – il coinvolgimento dei genitori lungo tutto il percorso, la scelta condivisa degli obiettivi da raggiungere, degli interventi individuali e in gruppo da attivare e la verifica costante di ciascun intervento lungo l’intero arco di tempo.
In aggiunta è stato reso noto agli operatori come il modello di assistenza della persona presa in carico debba rappresentare un approccio globale.
Ovvero, centrato su tutti gli aspetti della persona e della sua salute tenendo presente le differenze specifiche del disturbo per ogni caso e le diverse fasi di sviluppo del paziente.
Seguendo quest’ottica è stato reso noto come l’approccio deve essere inoltre un approccio integrato, multiprofessionale, multidisciplinare, multimodale e partecipato (con il coinvolgimento attivo dei caregivers, dei familiari, dei contesti di vita, dei Servizi territoriali, delle istituzioni con l’obiettivo di perseguire la miglior qualità di vita possibile per il paziente e la sua famiglia)
La giornata di formazione è stata nel complesso un ottimo momento per affrontare un tema tanto cruciale e di cui si conosce ancora troppo poco. Molte ricerche e studi sono ancora in corso, ma allo stesso tempo negli ultimi anni sono stati fatti molti passi avanti.
Come RFL ci sembrava fondamentale cercare di portare un nostro contributo su un tema così emergente e purtroppo ancora poco riconosciuto e considerato, spesso anche nei contesti professionali.
Crediamo che da interventi e giornate come questi possa nascere la consapevolezza che le persone con autismo di livello 1 siano in grado di vivere inserite nella società e siamo certi che più si crea cultura e consapevolezza su questa condizione e sulla neuro-diversità, più le persone che ne sono affette potranno convivere meglio con essa, senza essere vittime di etichette o stigmi.