L’ambiente fisico può influenzare profondamente la nostra salute e il nostro stato d’animo. Partendo da questa premessa, Recovery for Life ha adottato un approccio progettuale che trasforma gli spazi in strumenti terapeutici, dove ogni elemento architettonico e di arredo contribuisce al benessere degli ospiti.
Queste riflessioni nascono nell’ambito della tesi “Le strutture riabilitative per i disturbi psico-relazionali in età evolutiva: l’esperienza di Recovery for Life” del Dott. Fabrizio Lissoni, realizzata per il Master universitario di II livello in Pianificazione, Programmazione e Progettazione dei Sistemi Ospedalieri e Socio-Sanitari presso il Politecnico di Milano. Il lavoro è stato supervisionato dal Dott. Maurizio Mauri, scelto come correlatore per la sua consolidata esperienza nella Sanità italiana.
Il disagio psichico presenta spesso dinamiche complesse e multisfaccettate, ma la progettazione degli spazi terapeutici segue un principio apparentemente paradossale: alla complessità del disturbo si risponde con la semplicità dell’ambiente.
Le residenze, i centri diurni e gli ambulatori Recovery for Life nascono dalla rigenerazione di edifici preesistenti. Questa scelta progettuale da un lato permette di contenere i costi e i tempi di realizzazione, dall’altro mantiene un carattere domestico che contrasta l’atmosfera istituzionale tipica delle strutture sanitarie tradizionali.
Le strutture RFL di Milano, Monza e Pavia dimostrano le potenzialità di questo approccio. Villette urbane, ex alberghi e immobili da riqualificare sono stati trasformati in ambienti terapeutici che mantengono la dimensione umana della casa, ma che allo stesso tempo rispondono alle esigenze della cura psichiatrica.
La progettazione degli spazi
Ogni ambiente è pensato per sostenere attivamente il percorso terapeutico degli ospiti. Le camere garantiscono privacy e protezione, offrendo spazi intimi in cui ritrovare calma e sicurezza. Questi luoghi personali si integrano con le aree comuni che promuovono la socialità, la condivisione e il senso di appartenenza alla comunità terapeutica.
Le attività strutturate trovano espressione nei laboratori e negli spazi dedicati alle terapie occupazionali, dove creatività, manualità e collaborazione stimolano l’espressione e il lavoro di gruppo. Anche gli ambienti più informali, come le cucine, assumono una funzione terapeutica: preparare una tisana insieme o condividere un pasto diventa un gesto di cura reciproca e di relazione.
Il progetto architettonico include anche ambulatori medici, spazi riservati al personale, cortili e giardini, che introducono la dimensione naturale all’interno del percorso di cura. Il contatto con la natura rappresenta infatti un elemento chiave per il benessere psicofisico degli ospiti, favorendo momenti di rilassamento e rigenerazione.
Nelle strutture RFL ogni spazio può trasformarsi in base alle esigenze. Una cucina diventa un laboratorio, un giardino si trasforma in luogo di meditazione, un soggiorno ospita attività di gruppo. Questa flessibilità consente di accompagnare ogni fase del percorso degli ospiti, offrendo un supporto concreto ai bisogni terapeutici di ciascuno.
Equilibrio tra sicurezza e umanità
Lavorare con adolescenti e giovani adulti in situazioni di fragilità psichica pone sfide specifiche. La sicurezza rimane prioritaria, ma non deve trasformare l’ambiente in uno spazio asettico o oppressivo. Questo equilibrio si realizza attraverso scelte progettuali specifiche che integrano prevenzione e comfort.
Nella scelta dei materiali si evitano vetro, plastiche rigide e spigoli vivi, privilegiando soluzioni che trasmettano calore, accoglienza e familiarità. Gli accessi vengono gestiti tramite sistemi di controllo centralizzati che garantiscono la sicurezza senza creare atmosfere opprimenti. Particolare attenzione viene dedicata a balconi, terrazze e spazi sopraelevati, mentre gli impianti vengono protetti per prevenire usi impropri.
Ogni intervento nasce dalla consapevolezza che stiamo progettando case temporanee per persone in un momento delicato della loro vita. La prevenzione dei comportamenti autolesionistici diventa così parte integrante di un progetto più ampio di accoglienza e cura, mai un elemento di controllo fine a sé stesso.
La Checklist RFL: uno strumento per la qualità
La crescita di Recovery for Life ha reso necessario lo sviluppo di uno strumento sistematico per valutare le potenziali nuove sedi. La Checklist RFL traduce questi anni di esperienza progettuale in criteri oggettivi e riproducibili, utilizzabili da architetti, ingegneri e geometri per analizzare ogni edificio candidato.
La checklist RFL o si articola in due sezioni complementari. La prima, “Standard minimi”, verifica diciotto aspetti tecnici fondamentali: stato strutturale, vincoli urbanistici, qualità architettonica, accessibilità, vicinanza ai servizi ospedalieri e conformità normativa per l’accreditamento. Questa sezione garantisce che l’edificio possa tecnicamente ospitare i servizi.
La seconda sezione, “Linee guida per l’umanizzazione degli spazi”, introduce la dimensione qualitativa degli spazi. Qui la valutazione tecnica si arricchisce di criteri che riconoscono il valore terapeutico dell’ambiente fisico come parte integrante del percorso riabilitativo.
Il patient-centered design: la persona al centro
Anche nella progettazione delle sedi, l’approccio di Recovery for Life si basa sulla centralità della persona. Ogni decisione progettuale viene valutata attraverso cinque dimensioni fondamentali del benessere, applicate sistematicamente a tutti gli ambienti funzionali della struttura:
- Il benessere psico-emotivo si realizza attraverso la presenza di elementi naturali, l’abbondanza di luce naturale, l’uso di un linguaggio architettonico domestico e la creazione di spazi riservati per l’intimità familiare.
- Il benessere ambientale considera tutte le condizioni sensoriali che influenzano la percezione dello spazio: comfort termico e visivo, equilibrio acustico, attenzione agli aspetti olfattivi e tattili.
- Il benessere lavorativo del personale sanitario viene garantito attraverso spazi di riposo riservati, soluzioni ergonomiche adeguate e layout che permettano una supervisione efficace senza invasività.
- La sicurezza permea ogni scelta progettuale, assicurando l’incolumità fisica e psicologica attraverso materiali appropriati, controllo strategico degli accessi e posizionamento attento dei punti di supervisione.
- La fruibilità garantisce l’accessibilità e l’usabilità degli ambienti da parte di tutti, comprese persone con disabilità motorie, sensoriali o cognitive.
Ogni dimensione viene valutata con una scala qualitativa da 1 (critico o assente) a 5 (ottimale), creando una mappatura concreta e misurabile della qualità dell’ambiente.
Verso un modello replicabile
L’esperienza di Recovery for Life dimostra che un’architettura consapevole dei bisogni degli utenti può diventare uno strumento terapeutico.
L’approccio adottato – basato sulla rigenerazione di edifici esistenti, sulla flessibilità funzionale e sull’equilibrio tra sicurezza e qualità dell’abitare – offre un modello replicabile per altre realtà attive nel campo della salute mentale. La Checklist RFL, che sistematizza questa esperienza, è uno strumento operativo pensato per trasferire competenze e buone pratiche, rendendole accessibili ai professionisti del settore.
In questa visione, l’architettura terapeutica non si limita a ospitare le attività di cura, ma partecipa al percorso di guarigione, promuovendo benessere e relazioni umane attraverso la qualità dello spazio.