la visita del giornalista Daniele Biella
Lo scorso mese abbiamo avuto il piacere di ospitare Daniele Biella, giornalista sociale e collaboratore di Save the Children, impegnato nella stesura dell’Atlante dell’infanzia a rischio. Quest’anno l’edizione si concentra sull’adolescenza, con una ricerca scientifica biennale che esplora tre fasi fondamentali: l’identità dell’io, i processi non riusciti, e le forme di aggregazione.

Una visita all’insegna dell’ascolto e della comprensione
Daniele Biella è stato accolto nella nostra struttura insieme a diversi clinici di Recovery For Life. Ha potuto osservare da vicino il funzionamento del centro, intervistare alcuni giovani del GAD e conversare con il nostro staff.
Obiettivo dell’incontro? Ascoltare direttamente dalla voce degli adolescenti cosa significhi oggi «stare male», sentirsi privi di futuro, e andare oltre i luoghi comuni per comprendere le radici di queste difficoltà.
Tematiche centrali emerse durante la visita
Durante la giornata, sono stati affrontati temi cruciali nel lavoro quotidiano con gli adolescenti:
- Le origini e i fondamenti della metodologia Recovery, e il profilo dei giovani accolti.
- Il percorso di ingresso in struttura, come esperienza significativa.
- Il delicato tema dell’identità adolescenziale: l’aiuto a trovare un “sé” saldo.
- L’evoluzione della clinica: non più focalizzata solo sulla doppia diagnosi, ma su quadri complessi (anche 4/5 diagnosi).
- La difficoltà di separarsi dalla patologia: come la disregolazione emotiva possa identificarsi con la persona.
- Il riconoscimento del dolore, la gestione della rabbia e dei momenti di crisi, accompagnata da abitudini più sane.
- Il valore di oggetti, ambienti e spazi studiati per normalizzare la vita quotidiana dentro e fuori.
- L’empowerment: passi concreti verso la responsabilità, come il guadagno dell’autonomia attraverso compiti quotidiani (es. step mattutini necessari per l’uso del telefono).
L’orizzontalità come chiave di lettura
Biella ha potuto constatare personalmente quanto, per gli adolescenti, vivere esperienze autentiche – non solo sentirle raccontare – sia fondamentale per riconoscersi e crescere. Il dialogo “alla pari”, tra pari esperienziali, rappresenta il vero motore del cambiamento: un modello orizzontale in cui la parola di ciascuno conta e fa la differenza.
Perché è importante l’Atlante dell’infanzia a rischio
Questa tappa si inserisce in un quadro più ampio di ricerca scientifica, che mira a dare voce ai giovani, ai loro vissuti e ai segnali di disagio che spesso restano taciuti o stigmatizzati. La vostra esperienza, le sue storie, diventano così dati preziosi per l’Atlante e strumenti utili per programmare risposte adeguate, sul piano educativo, terapeutico e clinico.
Siamo grati a Daniele Biella e a Save the Children per questa opportunità unica di ascolto e riflessione. Lavorare insieme significa costruire ponti tra la pratica quotidiana e la ricerca, per offrire agli adolescenti non solo diagnosi, ma prospettive autentiche di vita.