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Ogni azione corrisponde ad una reazione

Riflessione clinica e miglioramento continuo

Ringraziamo Valentina Molinelli, Coordinatrice di Casteggio per l’utile riflessione rispetto agli effetti che un’adeguata scelta del planning, del timing e delle parole possono dare alle cure.

Nulla come il contesto di una residenza terapeutica costringe a fare i conti con questa legge esistenziale prima ancora che terapeutica.

La scelta delle attività nella stesura del planning, la scelta del timing, la scelta delle parole da dire per comunicare ciò che è dovuto ma anche ciò che è buono e giusto nel tentativo di creare un contatto umano, la scelta delle parole da non dire – soprattutto – risultano pertanto essere azioni cui corrispondono le reazioni.

Quando un paziente non risponde alle terapie è assai confortevole pensare che non abbia il buon gusto di aderire al progetto, che in qualche modo sia sua esclusiva responsabilità o – peggio – degli inadeguati genitori che perseverano nella loro incapacità.

Eppure, spesso una precisa analisi funzionale consentirebbe di ridurre al minimo la possibilità di aver commesso, pur in buona fede e con ragionata passione, errori clinici ed educativi.

Affinché la catamnesi abbia luogo e torni ad essere luogo di elezione della riflessione clinica e del miglioramento continuo, occorre certo ripartire dall’elementare concetto secondo cui ad ogni azione, corrisponde una reazione che, sovente, produce effetti domino così come tipico dei sistemi complessi.

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