Grazie a Valentina Molinelli coordinatrice clinica di Casteggio per la suggestiva riflessione e necessaria poeticità del processo di assessment, per non dimenticarci che il nostro è un lavoro ….Fra Arte e Scienza (F.V. Guidano, 2009)
Il tempo dell’assesment è un tempo sospeso.
Il racconto spontaneo del paziente, la scelta delle domande, l’osservazione del comportamento non verbale, pretendono silenzio, sospensione del giudizio, accoglienza della verità del paziente.
Occorre fare spazio dentro di sé per accogliere l’altro.
Opporsi alla frenesia delle giornate lavorative per fare spazio ad un incontro, per accogliere pensieri e parole che non possono né devono essere giudicate.
Con la stessa determinazione e rigore che furono di Galileo, i dati vanno raccolti e, solo al termine, possono essere fatte delle ipotesi che vanno verificate alla luce delle evidenze. Anticipare suggestioni, farsi condizionare da ciò che è già stato detto e scritto, impedisce l’ascolto del minore che, per definizione, evolve e si modifica.
Il tempo dell’ assesment è un tempo di sospensione del giudizio, è un tempo di osservazione silenziosa, di riflessione e di creazione in cui può essere costruito uno spazio nuovo e riparativo: il noi.